In questa guida vi illustreremo come aprire un conto cifrato offshore nei paradisi fiscali in tempi decisamente brevi e senza troppe difficoltà.
Per chi non fosse pratico del settore, occorre spiegare che per conto bancario offshore si intende un conto bancario aperto in una giurisdizione in cui l’imposta è pari a 0% o comunque molto bassa, come ad esempio Panama, Belize, Austria, Lettonia, Svizzera, Antigua e Barbuda, St. Vincent e Grenadine, Ungheria, Turks & Caicos, Seychelles, Anguilla, Isola di Man, Jersey e Guernsey. Prima di entrare nel vivo della questione occorre sfatare il mito che associa l’offshore banking ad alti livelli di sofisticazione bancaria, perché la realtà dei fatti è ben diversa: anche una persona media può riuscirci senza problemi e in tempi decisamente brevi.
Avere del denaro da parte in uno di questi conti cifrati è un’ancora di salvezza contro la crisi, perché in caso di gravi perdite finanziarie o fallimenti tutti i beni dichiarati verranno congelati o sequestrati ma il conto offshore rimane al sicuro ed è a vostra disposizione. Ogni banca offshoreha le proprie caratteristiche: a seconda della meta di destinazione, che sia la Svizzera, le isole Cayman o qualunque altro paradiso fiscale, ci sono dei requisiti d’accesso leggermente differenti, sebbene in linea di massima non si discostino particolarmente da quelli necessari per aprire un qualunque conto bancario in Italia.
Ma veniamo ad elencare nel dettaglio questa procedura tenendo conto che, nonostante la legge abbia vietato l’apertura dei conti cifrati, questa pratica si è modificata, ha mutato forma, ma non si è mai estinta del tutto. Esistono due metodi per portare a termine l’apertura di questo tipo di conto: facendolo personalmente o tramite “un agente” che solitamente è un avvocato, o un cittadino residente nella città d’interesse che apra il conto per voi in forma totalmente anonima. Questa circostanza è la meno perseguibile, di seguito invece come aprire il conto in forma diretta.
Munitevi di documento d’identità in corso di validità e preparatevi alla compilazione di una consistente mole di documenti che rappresentano una sorta di “esame di idoneità” all’apertura del conto, in cui dovrete riportare tutti i vostri dati personali: nome, cittadinanza, occupazione, busta paga, ecc. Alcune banche per la verifica dei vostri dati si accontenteranno della carta d’identità o di una copia del passaporto autenticata da un notaio pubblico, ma a volte lo staff vi richiederà l’apposizione sul documento di un’Apostille (un timbro speciale solitamente richiesto presso un notaio) che ne confermi e attesti l’originalità.
Tra le procedure preliminari rientra la possibilità che la banca chieda informazioni circa la provenienza delle somme da depositare, per evitare truffe e scoraggiare illeciti. Per dimostrare la vostra buona fede non vi resta che presentare il contratto di vendita di un immobile o un’attestazione di ricevuta eredità; molte banche accettano anche una dichiarazione sottoscritta dal datore di lavoro che spiega che il vostro denaro proviene da una promozione. A questo punto non resta che attendere l’esito certamente positivo e beneficiare di tutti vantaggi del conto offshore.
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