Nel mondo della finanza e soprattutto nel settore automobilistico, non si parla d’altro: la fusione tra FCA e Peugeot. Si tratta di una fusione parietica (anche se non del tutto), da cui nascerà il quarto gruppo automobilistico al mondo, sia per fatturato che per autovetture prodotte.
A FCA potrebbe servire la tecnologia dell’ibrido di Peugeot, mentre i francesi potrebbero invece finalmente affacciarsi sul mercato americano. Si stima una produzione di oltre 9 milioni di veicoli l’anno, per un fatturato che dovrebbe superare i 200 miliardi di euro l’anno. Il valore del nuovo gruppo sarà invece intorno ai 45-50 miliardi di euro.
Il nuovo super-gruppo
La Fiat non è morta, il marchio continuerà a produrre vetture ma d’altronde, non sarà più come prima. Questo è sicuro. Il nuovo gruppo infatti avrà sempre John Elkann come presidente, ma FCA avrà solamente 5 membri su 11 nel consiglio di amministrazione. Ai francesi, quindi, toccherà sempre l’ultima parola vista la superiorità numerica nel cda.
Inoltre il nuovo CEO del gruppo è Carlos Tavares, ex presidente e proprietario del gruppo PSA (ovvero quello di Peugeot). Ricordiamo che faranno parte del nuovo gruppo i marchi ex-PSA, ovvero: Peugeot, Citroen, DS, Opel, e Vauxhall Motors. E quelli ex-FCA come: Fiat, Lancia, Alfa Romeo, e Jeep. Il CEO Tavares ha già annunciato che nessun brand verrà tagliato, come in molti avevano ipotizzato per Lancia che al momento non è in linea con produzione e fatturato.
La fusione FCA-Peugeot
L’accordo raggiunto, quindi, permetterà una fusione alla pari anche se ad avere la maggiore capitalizzazione al momento sono i francesi. Il gruppo PSA dovrà pagare 3 miliardi di euro ai suoi azionisti, mentre FCA arriverebbe a 5 miliardi di euro di dividendo.
Eppure FCA e Renault, altro colosso del settore automobilistico, avevano per mesi portato avanti un tentativo di fusione. Che poi non è andato a buon fine a causa della troppa lontananza tra le parti e le esagerate richieste del governo francese, azionista di maggioranza di Renault.
Previsioni future
E ci teniamo a precisare che il governo francese possiede attualmente il 12% di PSA ed è quindi azionista di minoranza del gruppo. Ovviamente sarà presente anche nel nuovo cda, quindi, non sono da escludere futuri screzi tra i due.
In molti stanno già pensando che ad essere penalizzati saranno sicuramente gli stabilimenti italiani, mentre si avrà una maggiore attenzione verso quelli francesi e tedeschi. Cosa possibile, ma che pensiamo difficilmente possa accadere, come già anticipato da Tavares. Nessun marchio verrà eliminato o venduto. Per il momento.
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